Roberto Stanich sulla Comunita'

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Kulturni događaji
Montenegro è un nome e un paese che mi ha sempre incuriosito e affascinato. I veneziani chiamavano cosi questa terra, facendo riferimento al colore scuro e intenso delle foreste che un tempo ricoprivano i monti a ridosso della costa e questo nome oggi identifica lo stato a livello internazionale.

Articolo su "L'Arena di Pola di Aprile" In Montenegro con l’Università Popolare di Trieste

Montenegro è un nome e un paese che mi ha sempre incuriosito e affascinato. I veneziani chiamavano cosi questa terra, facendo riferimento al colore scuro e intenso delle foreste che un tempo ricoprivano i monti a ridosso della costa e questo nome oggi identifica lo stato a livello internazionale.

Il nome storico al tempo dei romani era Doclea, poi modificato in Dioclea, da cui prese il nome l’imperatore Gaio Aurelio Valerio Diocleziano. Quando i Turchi conquistarono i Balcani nel XV secolo, anche il Montenegro cadde sotto il loro dominio diretto, con l'eccezione della parte costiera denominata Albania Veneta che, dal 1420 al 1797, rimase stabilmente in mano alla Repubblica di Venezia, mantenendo legami e caratteristiche veneziane tuttora presenti.

Questo territorio fu sempre fedele a Venezia ed è famoso il Giuramento di Perasto, altrimenti conosciuto come Ti con nu, nu con Ti, pronunciato dal capitano Giuseppe Viscovich, Il 23 agosto del 1797, davanti ad una folla inginocchiata, prima di seppellire il gonfalone della Serenissima sotto l'altar maggiore della chiesa parrocchiale. Il Montegro dunque, ha tutti i titoli per far parte, assieme all’Istria e alla Dalmazia, di quel “nostro” paese ideale, che raggruppa le popolazioni che hanno vissuto per secoli in simbiosi con Venezia, e ne hanno assorbito la cultura, il modo di vivere, gli usi e i costumi, la lingua. Da quel tempo sono trascorsi molti anni, quei territori sono stati stravolti da guerre, rivoluzioni formazione di nuovi stati, il mondo non è più quello di una volta, eppure non tutto è andato perduto: le radici, il modo di essere che accomuna tutte le genti dell’Adriatico orientale sono ancora salde!

C’è orgoglio nel rivendicare l’antica appartenenza alla Serenissima, nell’esibire la tipica architettura veneziana dei palazzi e dei monumenti, nell’arricchire il dialetto con parole di chiara origine veneta.

Non c’ero mai stato prima e, quando Lucia Bellaspiga mi ha rivelato di essere stata invitata dall’Università Popolare di Trieste ad un viaggio per partecipare a diverse iniziative di collaborazione con la locale Comunità degli Italiani, ho trovato il modo di aggregarmi.

Il viaggio in macchina e lungo, e quando si arriva al confine, l’impressione non è molto buona. Sembra di essere tornati indietro nel tempo, al confine Jugoslavo di trent’anni fa. Controllo minuzioso dei documenti, libretto della macchina, assicurazione, lo stesso sguardo diffidente del “Druze”. Un’impressione rafforzata, una volta passato ii confine, dal paesaggio urbano di tipica fattura post socialista e dai toni di un poliziotto che ci ha fermati per multarci, perché avevamo accese soltanto le luci di posizione. Ma appena in vista del mare, La magia del meraviglioso fiordo di Cattaro ha fatto svanire le nostre remore. Quando poi, abbiamo superato il tunnel Vrmac, in prossimità di Cattaro, ci è sembrato di entrare in un altro mondo, una sensazione simile a quella del “paradiso perduto” nel paese di Shangri-La!

Il centro urbano di Cattaro è situato all’interno di una cinta muraria, lunga più di 4 km, un bel esempio di fortificazione urbana sia dal punto di vista militare che estetico. All’interno 12 piazze, un susseguirsi di palazzi e chiese in puro stile veneziano, il tutto ben conservato, uno spettacolo splendido e unico! La città di Cattaro è inclusa nella lista dei Patrimoni dell’umanità protetti dall’Unesco.

Il tempo di posare i bagagli in albergo e subito dopo abbiamo presenziato all’Assemblea annuale della Comunità degli italiani di tutto il Montenegro. La sala era gremita e quello che mi ha colpito è che, a differenza di altre assemblee a cui ho presenziato, dove in genere la maggioranza dei partecipanti è di età avanzata, qui il pubblico comprendeva uomini e donne di tutte le età, inclusi parecchi giovani. Era stato distribuito un ordine del giorno dettagliato, e i partecipanti seguivano l’assemblea con evidente interesse.

Il presidente Aleksandar Dender ha dato il benvenuto ai convenuti e la Segretaria generale dell’Unione Italiana Christiana Babic ha portato i saluti del sodalizio. Dopo di che si è passati all’illustrazione delle attività svolte nel corso dell’anno 2014.

Mi e piaciuta la prolusione con cui Dender ha esordito: “nel periodo dal 1° gennaio 2014 e il 1° gennaio 2015 sono finite oppure iniziate attività di grande rilevanza non solo per il rapporto tra la Comunità degli Italiani ed il Montenegro ma anche per quello tra il Montenegro e l’Italia, specialmente per quanto riguarda la salvaguardia della cultura e la tradizione italiana nella nostra regione, che è una missione molto importante”.

Un accento molto forte, dunque, sulla salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio culturale italiano nei rapporti a livello nazionale tra Montenegro e Italia.

E’ seguita l’elencazione e lo stato di avanzamento delle varie attività svolte con il sostegno dell’Università Popolare, della Regione Friuli Venezia Giulia, della Regione Veneto e dell’Associazione Veneziani nel Mondo: non soltanto operazioni di restauro e di recupero di monumenti, come il restauro a Cattaro di due leoni marciani risalenti al XVI e XVII secolo, ma pure istituzione di corsi di lingua italiana, corsi professionali, organizzazione di mostre artistiche, iniziative di collaborazione su temi diversi, come la produzione di energia da fonti rinnovabili, lo sviluppo della cooperazione sociale, lo scambio di esperienze sul tema della salute mentale.

Dopo il rendiconto, il presidente è passato ad elencare i progetti per il 2015. Nell’ambito del progetto per il recupero, la conservazione e la valorizzazione del patrimonio culturale di origine veneta si procederà al restauro della Porta Sud e della Parte Nord della cinta muraria. Saranno istituiti corsi di lingua e corsi professionali, come un corso per operatori dei trasporti marittimi per allievi diplomati o laureati. Tra le varie attività, l’Università Popolare di Trieste, con il sostegno della regione Friuli Venezia Giulia, organizzerà la presentazione dell’evento “Italia in musica da Fiume fino a Cattaro” con la partecipazione di noti cantanti italiani, croati e montenegrini che si esibiranno a Fiume, Zara, Spalato, e nella serata finale a Cattaro.

L’Università Popolare di Trieste inoltre sosterrà il seguente programma: • Sostegno per le spese d’ufficio delle comunità • Manutenzione dell tombe italiane in Montenegro • Corsi gratuiti di lingua italiana • Collaborazione con la Scuola Media Superiore Musicale di Cattaro.

Dopo l’assemblea, ho avuto modo di parlare con diverse persone e quello che tutti mi hanno confermato è che i montenegrini non nutrono alcun risentimento o spirito di rivalsa verso gli italiani. Nel 1941 l’Italia ha occupato militarmente il Montenegro e annesso all’Italia Cattaro e le zone limitrofe ma gli italiani, a differenza dei tedeschi, non hanno mai compiuto atrocità e, dopo l’otto settembre 1943, più del 50% della Divisione Garibaldi è passata dalla parte dei partigiani. Nel periodo 1941 -1943 a Cattaro si stava bene, non si svolgevano operazioni militari e non c’erano bombardamenti. I combattimenti si svolgevano principalmente tra tedeschi e partigiani più a nord, all’interno del paese. Una persona, uno stimato archeologo, mi ha confidato di ricordare senza patemi d’animo sia la sua divisa di balilla, quando negli anni 1942 - 43 frequentava la prima classe elementare italiana, che quella da Pioniere, d’obbligo dopo il 1945 nella Jugoslavia di Tito.

Nel complesso, dunque, l’attitudine dei montenegrini verso gli italiani è positiva e bendisposta.

Ne abbiamo avuto una prova la sera stessa in un locale tipico, dove gli ospiti montenegrini hanno cantato con noi le nostre canzoni con un entusiasmo che non sempre si trova in molte le province italiane.

Nei giorni successivi, la regione Friuli Venezia Giulia ha organizzato un evento per l’Anno Europeo dello Sviluppo, istituito dalla Commissione Europea, dal titolo “Oltre le barriere per l’inclusione sociale”. L’evento è stato incentrato su due progetti finanziati dalla regione FVG, uno presentato dal Comune di Monfalcone e riguardante lo scambio di esperienze psichiatriche tra i dipartimenti di salute mentale di Trieste e Udine e l’ospedale psichiatrico di Cattaro, l’altro presentato dal COSM di Pordenone che prevede la realizzazione di 19 cooperative sociali in Montenegro.

Nell’ambito del progetto riguardante lo scambio di esperienze psichiatriche, la sera del giorno 24 marzo, al teatro del Centro culturale “Nikola Djurkovic” di Cattaro è stato presentata a cura dell’Accademia della Follia (compagnia teatrale di Claudio Misculin) “Extravaganza”, una piece della nota scrittice Dacia Maraini, diretta e interpretata da attori che hanno o hanno avuto problemi psichiatrici. E’uno spettacolo coinvolgente che mi ha lasciato stupito e commosso. Mercoledì 25 marzo si è svolto un forum al quale hanno partecipato tra l’altro il sindaco di Podgorica Slavoljub Stjepovic, Gianni Torrenti assessore regionale alla cultura, sport e solidarietà, Franco Codega Presidente della VI commissione del Consiglio regionale e Silvia Altran, sindaco di Monfalcone. Erano inoltre presenti Aleksandar Dender, Presidente della Comunità degli Italiani del Montenegro e Fabrizio Somma e Alessandro Rossit, rispettivamente Presidente e Direttore Generale dell’Università Popolare di Trieste. I lavori, ai quali sono stati invitati gli studenti delle scuole e dell’Università, si son svolti in lingua italiana e sono stati coordinati da Lucia Bellaspiga.

In questi tre giorni ho avuto modo di incontrare persone che mi hanno lasciato un bellissimo ricordo e che desidero ringraziare.

In primis Fabrizi Somma, Presidente dell’ Università Popolare di Trieste di cui ho apprezzato la dinamicità e l’entusiasmo nell’istituire nuove iniziative e portarle a compimento. Alessandro Rossit, Direttore Generale dell’Università Popolare di Trieste Sasa (Aleksandar) Dender, Presidente della Comunità degli Italiani del Montenegro Christiana Babic, Segretaria generale dell’ Unione Italiana Claudio Grim, ideatore dei corsi per operatori marittimi Alessandro Perelli, del Servizio rapporti Internazionali della Regione Friuli Venezia Giulia